La fallacia narrativa

La fallacia narrativa

chisciotte

Don Chisciotte sa che quelli non sono giganti ma mulini a vento, così come sa che Dulcinea è una contadina bruttarella e volgare e non l’eterea principessa a cui dedicare eroiche imprese, o che quelle di cui fa strage sono pecore, non feroci nemici. Eppure fa in modo che la realtà corrisponda alle sue aspettative, trasforma le somiglianze in coincidenze, le assonanze in rime.

E’ la fallacia narrativa di cui parla Nicholas Nassim Taleb ne Il cigno nero: “la nostra limitata capacità di osservare sequenze di fatti senza aggiungervi una spiegazione”. Una spiegazione che ci dia ragione, che realizzi i nostri desideri o – almeno – che riempia il vuoto di una mancanza di senso. Abbiamo bisogno di collegare i fatti creando una storia – possibilmente semplice, poi la raccontiamo e ci crediamo.

Nelle ricostruzioni degli infortuni è il senno di poi a farla da padrone. Non possiamo evitarlo, ma almeno prepariamoci a riconoscerlo.